top of page
Immagine del redattoreAnnamaria Ricco

Tre personaggi in cerca di me


Son venuti fuori da sé, uno per volta, ed ora eccole qui, le mie creature, che strepitano e si accapigliano per qualche riga in più che ne avvalori la nascita, dispiegandone meglio gli eventi, sancendo un definitivo diritto d'anagrafe.

E ne hanno ben donde di battagliare tra loro (che non mi mettano in mezzo, per carità!): fermi nell'attimo del racconto, à bout de souffle, ognuno pretende più aria, più spazio sul palcoscenico, più attenzione.

La maggior parte di loro ha storie interessanti, che non indurrebbero allo sbadiglio per qualche pagina in più, stando al vaglio che, egoisticamente, mi sono adoperata a fare, inevitabilmente.

Io, io, io... A turno o in coro. Era tutto un cianciare di voci!

Era chiaro che, se avessi concesso udienza e inchiostro ad ognuno, non sarebbe bastato l'umano tempo, per cui...

Eccoci qui, io e voi e loro, sia quelli che hanno trovato posto a sedere e sia quelli cui è stato concesso di rimandare il momento del rientro nell'armadio.

Ho spiegato loro che, non avendo lineamenti del viso (se non nella mia pigra mente) né fattezze corporee, è escluso che mi cimenti in sceneggiature teatrali portandoli concretamente sul palcoscenico, tantopiù che bisognerebbe aggiungere interlocutori, dato che, per loro timidezza, non reggerebbero un monologo da atto unico.

E, comunque, sono nati da carta e inchiostro: che se ne farebbero della gloria del teatro?

Orbene, i tre soggetti promossi sono il Puparo, la Cavalletta e il fantomatico Leon Renò.

Sanno bene che non tutti possono ricordarsi di loro, per cui si rende necessaria una loro presentazione (in breve, ho precisato), onde poter stabilire a chi spetterebbe il "calamaio d'oro" (sono agguerriti e puerili: ho dovuto porre un premio!).

Calzini alla mano e capelli arruffati, il Puparo ha preteso di parlare per primo, per anzianità dice (vale il tempo di stesura).


- Chi non vorrebbe conoscere le vicende di un ex alcolizzato? Bukowski insegna! Non sarò esattamente un affascinante ubriacone (per quanto non capisca cosa ci trovassero le donne), ma ne ho di cose da raccontare, prima di arrivare a quella bottega in cui mi hai trovato, con tutti i miei calzini addobbati a marionette.

La bottiglia ha sempre un fondo di verità che gli astemi non conoscono.

Potrei essere un esempio per i giovani, con tutte le bravate che il demone dell'alcool mi ha fatto fare. Potrei essere il pioniere di una nuova forma d'arte, coi miei calzini... -.


Tutto chiaro, Puparo. Effettivamente, potresti anche spiegare il tuo nome d'arte, l'affinità tra pupi e calzini.

La parola (?) spetterebbe all'uomo misterioso, ma è talmente galante da cederla alla Cavalletta (ma io credo che voglia semplicemente prendersi il gran finale: quell'aria da damerino la dice lunga sulle sue intenzioni, foss'anche quella di concludere un flirt nell'armadio in caso di sconfitta).


- Ma che caro! Non m'indurrai a sfilarmi le mutande (ammesso che le indossi) con i tuoi modi affettati. Ho un debole per i tipi "sporchi", io. Di quelli che urtano i nervi e sconvolgono i sensi, di quelli che trasudano fascino entrando in una stanza come se l'aura volesse scoparsi le menti di tutti, quell'arcano potere di luce sulle falene e di buio sui sorci. Pensieri sporchi, i miei. Non ti conviene avvicinarti.

Perché dovrei essere io a meritarmi il calamaio? Ma è evidente: alla gente piace immischiarsi nei fatti degli altri, soprattutto se sono sporchi, sordidi, con un bel cocktail di sesso e psicologia. Tutti si sono chiesti se il mio J, l'uomo di cui discuto in terapia, fosse reale o frutto della mia mente traviata.

Non mi è stato dato modo di continuare la mia storia e figurati se non vogliono sapere cosa ho fatto, cavalletta affamata in un campo di succose pannocchie (J potrebbe non essere l'unico, fra i miei pensieri sporchi). Potrei averlo spremuto e abbandonato, oppure ucciso: non dirò ora niente di più. Ma, di certo, la gente è impicciona e adora questo genere di avventure, se può leggerne nel confessionale notturno sperando di sognare almeno un briciolo di ciò che non hanno il coraggio di fare nella realtà -.


Ok, chiaro, mangiatrice di uomini. Sì, effettivamente potresti portare a divorare le pagine di un tuo eventuale libro, ma non sono io a decidere (quand'anche devo dire che le tue motivazioni sono solide, stando al fenomeno social da Grande Fratello).

Sentiamo il nostro Casanova cos'ha da dire per perorare la sua causa "di stesura".


- Simpatica, ma non sono un uomo da conquista. O, almeno, non sono qui per raccontare storie d'amore avvincenti. Il mio nome è Leon Renò e, come si può notare dall'accento nel cognome, non vanto parentele con l'attore. Diciamo che è un gioco di parole, un caso, per cui film e interprete hanno provocato una certa curiosità sulla mia identità, oltre al fatto che la mia comparsa, nel racconto che mi riguarda, di fatto, non è avvenuta.

Sono l'asso nella manica, sono la carta coperta del Black Jack, Je suis le lapin blanc nelle tue mani da prestigiatore -.


Ruffiano! Ribadisco che non sarò io a scegliere: c'è l'incognita della Musa (che si starà lavando le mani) e il parere della giuria di lettori fantasma, nel fortunato caso che si ricordino di voi o di qualcun altro degli "scartati".

No, ragazzi: salvo ripescaggio, resterete nell'armadio ancora per qualche tempo!

Non sono giudice che possa stabilire l'ordine tuonando col martelletto; al massimo potrei mettere un punto definitivo e buonanotte al secchio.

Portate via la capra e il cane... Il cavolo? Non c'è mai stato un cavolo, Cavolo! Grrrrr....

La confusione regna sovrana: siete troppi, troppi!


Bene, signori: a voi la parola.

Tre personaggi in cerca di me e centomila (un po' meno, ma mi piaceva il richiamo pirandelliano) a bofonchiare tutt'intorno riguardo all'esclusione. Come insegna il Maestro, uno solo avrà la sua storia completa, con tutto il bagaglio di personalità e sfumature.

Nessuno non è ammesso :-)

13 visualizzazioni1 commento

Post recenti

Mostra tutti

La stanza verde di Rembrandt

Sono diventato un pittore della domenica per togliermi di bocca il sapore di morte, ammazzare la noia e innalzare il mio ego. Un pittore...

Quando vedi il cavallo giallo...

"Quando vedi il cavallo giallo il tuo piede è presto in fallo. Sentirai un grande caldo la tua anima è gia in saldo". - Piantala! - lo...

Il fottuto cono arancione

Il senso dell'ironia dell'universo aveva un qualcosa di diabolico, roba tipo pentole e coperchi. E, il più delle volte, a Riccardo non...

1 Comment


Antonio MANGIA
Antonio MANGIA
Oct 28, 2021

Difficile dare un consiglio, dopo averne avuto un assaggio per parte, io stesso sarei curioso di lasciarli tutti in scena. Ma non si può fare, me ne rendo conto. Quindi a te la scelta! Onore ed oneri, ricordi?! Sono certo che farai la scelta giusta (per tutti!).

Like
bottom of page